Mentre scrivo questa introduzione (luglio 2009), Don Rosa è appena ricomparso online quale estremamente gradito ospite sul forum del Papersera. La lingua ufficiale del forum è l’italiano ma, fortunatamente, questo non sembra impedire l’interazione. Con la chiusura, seppur non ufficiale, della DCML è bello avere di nuovo un posto pubblico online dove Don e i suoi fan si possono incontrare.
In questo episodio torniamo a discutere dei giorni pre-Disney di Don. Abbiamo già parlato del suo primo personaggio, Lancelot Pertwillaby, che apparve nel giornale degli studenti dell’Università di Don. Alcuni anni più tardi, mentre Don lavorava nella ditta di piastrelle e pavimenti fondata da suo nonno Gioacchino (Keno), Lancelot ebbe una seconda serie di avventure come improbabile supereroe, questa volta in un vero quotidiano.
Come sempre potete scaricare l’audio in formato mp3 e ascoltarlo sul vostro lettore portatile. oppure, con i giusti accrocchi, potete ascoltarlo nel vostro browser usando l’applet qui sotto.
FS: Vogliamo tornare ai tempi dell’inizio del tuo...
...del mondo!
FS: Be’, pensavo di aver già suggerito l’inizio del mondo e tu poi sei andato indietro a prima che il mondo esistesse! [ridiamo entrambi] Mi pare di aver iniziato riportandoti a come riuscisti a far pubblicare la tua prima storia dalla Gladstone, il Figlio del Sole, ma poi siamo tornati indietro alla preistoria, a Lancelot Pertwillaby e così via. Così stavamo arrivando a questo e stavamo dicendo: Ok, sei riuscito a fare la prima versione del Figlio del Sole, con Lancelot, nel tuo giornale universitario; e poi, penso prima di andare a pranzo, ti stavo chiedendo della seconda serie di Lancelot con Capitan Kentucky, e di quello non abbiamo ancora parlato; e poi, dopo questo, saremmo arrivati a quando scopristi la Gemstone.
OK. OK. Così, non ne avevamo parlato per quel libro [1997]?
FS: Già, già, è per quello che ho detto che domando scusa se ti sto chiedendo cose che ti ho chiesto un milione di volte dieci anni fa. Perché ora la gente le può sentire direttamente dalla fonte.
Oh, Oh, ho capito, ok! Bene, cos’è successo dopo che avevo fatto il lavoro delle fanzines? L’ho fatto [dal] 1974 fino a circa il 1978 e poi, circa nel 1979, il caporedattore dei servizi speciali del principale quotidiano locale mi chiamò. Ero già noto come un eccentrico locale, una personalità locale, vignettista, collezionista di fumetti, sai, avevano fatto degli articoli su di me ogni tanto. Ad ogni modo, disse che voleva un fumetto settimanale sul giornale. Ed io ero la prima persona a cui aveva pensato. Mi chiamò e mi disse che avrei potuto fare tutto ciò che volevo, avrei potuto suggerire tutto quello che volevo, vedere se gli piaceva, e lui voleva una striscia settimanale. Mi vennero in mente due idee. È tutto quello che disse: “Suggerisci qualche idea!” Subito seppi che volevo che fosse... doveva essere del posto, volevo farla locale e avrei usato gente reale e posti veri; e pensavo che avrebbe dovuto essere una di queste due cose: o un investigatore, come una parodia di Sherlock Holmes, che avrebbe coinvolto personalità locali e misteri, oppure che era più facile fare un supereroe, sembrava che ci sarebbe stata più azione.
FS: Che tipo di giornale l’avrebbe pubblicata?
Era per il principale quotidiano di Louisville, The Courier-Journal. Effettivamente per The Louisville Times che era l’edizione pomeridiana mentre il C-J era l’edizione mattutina. Entrambi i giornali erano di proprietà della famiglia Bingham. Se stavi ascoltando attentamente ieri sera [quando siamo andati in città per assistere alla Tempesta di Shakespeare], sono sicuro che non lo ricordi ma la signora che scese in teatro ed annunciò gli spettacoli disse “Grazie alla fondazione Barry Bingham” che ha contribuito a sponsorizzare lo spettacolo. Barry Bingham era l’editore di entrambi i principali giornali locali . E la sua edizione del mattino C-J era uno dei principali giornali a livello nazionale. Credo che a volte fosse considerato come uno dei cinque o sei giornali più prestigiosi del Paese. In ogni modo, era un quotidiano importante, non come certi [giornali] di interesse solo locale. E questa era la loro rivista Scene, una specie di sezione Divertimenti nel giornale del sabato. Una rivista: su carta di giornale ma con lo stile di una rivista, pagine pieghevoli, articoli su film, cucina, televisione e interessanti articoli sul modo di vivere e tutto; e poi lui voleva avere una pagina di fumetti con vignette nazionali interessanti di ogni tipo, come THE FAR SIDE di Larson ed altre strisce nazionali che lui sceglieva in quanto uniche e diverse; e lui voleva una striscia a fumetti del posto così mi chiamò. E così proposi una striscia con un supereroe; ma suggerii anche, non perché personalmente volessi più spazio, ma dissi: una volta alla settimana, deve essere come una pagina domenicale. Se è solo una volta alla settimana, non possiamo concludere nulla in una minuscola striscia settimanale, perché non avevo intenzione di fare gags, sarebbe dovuta essere una storia a puntate. E lui, senza esitazione, disse: “Certo!”, e mi diede mezza pagina nel giornale e io mi inventai Capitan Kentucky. Ed era un supereroe da ridere, ed era di nuovo Lancelot Pertwillaby, voglio dire che non c’erano riferimenti al vecchio Lancelot Pertwillaby, avevo solo immaginato che sarebbe stato divertente se avessi usato lo stesso personaggio. Un motivo per cui era divertente era che lui era me. I lettori non sapevano che ero io ma era divertente disegnarmi in quelle storie di avventura. Per esempio immagino che fosse divertente disegnarmi in quei Pertwillaby Papers che consideravo come se fossero un’avventura di Zio Paperone. Ero il protagonista di un’avventura di Zio Paperone! E’ difficile immaginare che fossi io guardandomi adesso, ma è come apparivo a quell’epoca.
FS: Così, è diventato te al passaggio a Capitan Kentucky o era veramente te già ai tempi di Lancelot, ai tempi dell’università?
Oh certo, dal primo episodio dei Pertwillaby Papers nel 1972, mi disegnavo come Lancelot Pertwillaby, già!
FS: Lo facevi apposta come te?
Certo! Ma nessuno sapeva che ero io, era solo uno scherzo per me stesso. Solo per il divertimento di farlo. Certamente non lo stavo facendo perché pensassi di essere bello! Perbacco no, capelli rossi e occhiali spessi... era solo divertente da fare. Inoltre, sembra poco verosimile come eroe! Non è la persona che fai diventare l'eroe di un fumetto. Quindi un personaggio del tipo di Woody Allen. Questo è il motivo per cui Woody Allen mette se stesso nei suoi film: perché non sembra affatto un eroe, quindi è un eroe da ridere.
FS: Quando ti ho fatto visita otto anni fa nel 2000...
... tu pensavi che io fossi Woody Allen!
FS: No, pensavo che tu fossi Capitan Kentucky! Perchè avevi tirato fuori il costume e avevi il mantello e tutto il resto, ce l’hai ancora laggiù, credo...
Mi fai ricordare che ho una copia di Scene, è divertente che non l’abbia notata lì mentre frugavamo in quella catasta ieri sera... sono sulla copertina di Scene col mio costume di Capitan Kentucky, ma pelato... come ora. Lo hanno fatto un paio di anni fa.
FS: Quel costume da Capitan Kentucky è qualcosa che hai fatto dopo che era tutto finito o mentre era in corso di pubblicazione?
Oh, Oh, mentre era in corso! Già! Mia moglie lo preparò ed io feci alcune apparizioni personali in televisione o ad eventi speciali nei panni di Capitan Kentucky. Ne ricordo una, stavano facendo una serie speciale di spettacoli TV, credo fosse un canale locale, era uno dei loro anniversari, trentesimo anniversario o qualcosa del genere, e così avevano invitato un sacco di celebrità e personalità locali come ospiti. Ed io ero alla stazione [televisiva] aspettando di andare in onda e c’erano dei gruppi di ragazzine, ragazzine di sette od otto anni, e stavano per andare in scena a cantare, ed io ero lì nel mio costume da Capitan Kentucky... Ora, devi sapere che parte del costume, il mantello, era una bandiera del Kentucky, che secondo me era proprio bella perchè la bandiera del Kentucky è una delle poche bandiere di uno Stato USA che ha una frangia intorno, una frangia d’oro vecchio stile, nappe tutto attorno. Così sarebbe stato divertente indossarla come mantello. Ero l’unico supereroe con un mantello che aveva delle nappe intorno! Così stavo lì, aspettando di andare in onda, e questa minuscola bambina si volta a guardarmi e dice “Quel mantello che indossi... è una bandiera del Kentucky?” Dissi: “Certo! Sono Capitan Kentucky!” Lei disse: “Non è irrispettoso?” [Entrambi ridiamo!] Allora dissi: “Ah, uhm, ehm... scusami! Dov’è la finestra...”[Proprio in quel momento, un uccello si spiattella sul vetro di una delle finestre dello studio (!!) e poi se ne vola via un po' perplesso.] Un uccello ha colpito la finestra! Ecco quello che ho fatto, sono volato via, così!
FS: Hai anche beccato la finestra?
Già, ho preso la finestra, scappando da una ragazzina!
Questo nuovo brano dell’intervista a Don Rosa, in cui parla dei dodici poster su Zio Paperone, può essere letto a diversi livelli. Quello che considero più interessante riguarda la vera ragione per cui Don ha fatto tutto questo. Certo non per i soldi, altrimenti non avrebbe passato una settimana intera su ogni disegno quando il compito che gli era stato assegnato (“Per favore facci dodici poster per festeggiare il sessantesimo compleanno di Paperone”) avrebbe potuto essere sbrigato dedicando un solo pomeriggio ad ogni illustrazione. Allora l’ha fatto per i suoi lettori? Per sé stesso? Senz'altro sì, fino a un certo punto. Ma, più di ogni altra cosa, l’ha fatto per Zio Carl, per dirgli grazie alla sua maniera. È questo che trovo commovente.
Potete ascoltare l'intervista in formato mp3 scaricandola dal link o, se avete i plugin adatti, direttamente sul vostro browser con Flash (vedi sotto).
FS: Tu hai sulla scrivania, e ce li hai sempre avuti ogni volta che sono stato qui, i trenta volumi della Carl Barks Library. Quanto spesso li prendi in mano per rileggerli?
Be’, mi ci sono sempre rivolto quando avevo bisogno di rivedere qualche particolare per i miei disegni, o per ricontrollare un fatto, qualsiasi fatto che penso di ricordare. Lo ricontrollo, anche se lo sbaglio ugualmente di tanto in tanto. Però [la Carl Barks Library] sta lì e la dò per scontata, quindi non mi metto mai a tirar fuori un volume e leggerlo pagina per pagina. Ma sono contento che tu mi abbia fatto questa domanda, perché quando realizzai questa serie di 12 poster – e naturalmente la mia versione di questi 12 poster era molto più elaborata di quanto loro desiderassero…
FS: Questi poster più recenti?
Sì, i 12 poster del 60° compleanno di Paperone. Mi suggerirono di fare 12 poster così da poterne pubblicare uno al mese, ed ognuno doveva… qual era l’idea iniziale?... certamente non complicata quanto la mia… ne volevano uno per raffigurare tutti gli altri paperi di Paperopoli o qualcosa del genere, non so, e uno avrebbe dovuto… non lo so! Ma la mia idea era che ognuno avrebbe dovuto rappresentare un particolare aspetto della leggenda dello Zio Paperone di Barks e che io avrei dovuto realizzarla mostrando alcune scene delle storie che illustravano quel particolare aspetto, che fosse la Numero Uno, o le lotte con Cuordipietra Famedoro, o… In certi casi potevo utilizzare tutte le storie: ad esempio con Cuordipietra ci sono solo tre storie, quindi presi due o tre scene da ogni storia. In altri casi dovetti scegliere solo le più famose. Ora, per la maggior parte delle copertine che pubblicano (non hanno altri poster e pin-up quindi non posso riferirmi a quelli; solo copertine, che è la cosa più vicina a un’illustrazione a pagina intera come quelle che stavo facendo), sono sicuro che i loro disegnatori possono sfornarne una mezza dozzina al giorno, visto che sono solo delle vignette giganti con pochi dettagli. E sono belle, perfettamente adatte alla copertina di un fumetto: attraggono lo sguardo. Le mie copertine invece non lo attraggono perché sono troppo complesse. I particolari non si possono distinguere guardando da un lato all’altro di una stanza. Sembrerebbero una specie di pasticcio, un guazzabuglio di colori e forme scure. La copertina adatta per un fumetto da mettere sullo scaffale delle novità, devi essere in grado di vederla dall’altro lato del negozio: “Guardate lì in fondo, c’è un albo di Paperino! Adesso vado a prendermelo!”. Ma questo non è il mio compito. Il mio compito è di esagerare e complicare qualsiasi cosa! Quindi io cominciavo facendo delle ricerche su un aspetto della vita di Zio Paperone…
FS: Le tue illustrazioni assomigliano più a uno schema di parole crociate che a una copertina!
Yeah! (Ride.) Bella definizione, mi piace! Dunque, la maggior parte di quelle storie si trovavano nei primi 60 numeri di Uncle Scrooge. C’erano anche alcuni numeri di Donald Duck, come sai, con le storie più antiche di Paperone, le sue primissime apparizioni, a cui dovevo rifarmi occasionalmente; ma la maggior parte dei contenuti di quei poster viene dai primi 60 numeri di Uncle Scrooge. Quindi, nel fare le mie ricerche, fu realmente la prima volta dopo tanto tempo che ripresi in mano e rilessi da cima a fondo tutte le storie con cui ero cresciuto. Fu così divertente! Ogni giorno mi sedevo lì e dicevo “Gosh! Queste sì che son belle storie!” oppure mi riguardavo la Carl Barks Library e vedevo i numeri [di Uncle Scrooge]… (non sono sicuro che siano questi i numeri a cui sto pensando ma…) consultavo i numeri dall’8 al… 12 o simili e dicevo, “Gosh! Questi cinque numeri… caspita! Che periodo era quello!” Proprio i migliori cinque… sarà durato un anno… che anno fu quello per il fumetto, in cui ogni mese potevi avere storie così! Questo era il tipo di reazione, era così meraviglioso rileggere quelle storie!
Quindi fu per questo che avevo un motivo per tornare indietro a riesaminare tutto un po’ più attentamente (di quanto facessi mentre scrivevo le storie). Quando scrivevo un sequel a una storia di Barks, mi riguardavo quella storia. Questo[lavoro dei poster] invece mi portava a rileggere tutte le storie più volte, perché questa storia poteva avere Cuordipietra Famedoro ma magari anche altri elementi come la Numero Uno. Oh, e come pure stavo dicendo, con tutte queste cose, invece di una normale copertina che penso altri artisti avrebbero realizzato in un paio d’ore, quando io faccio una delle mie copertine stra-disegnate, strapiene di cose, ci metto due giorni! E quei poster, nonostante fossero delle stesse dimensioni delle copertine, mi prendevano una settimana…
FS. Non ne sono sorpreso, avendoli visti!
… forse una settimana e mezza per alcuni di loro! Perché bisognava fare delle ricerche. Dovevo andare, fare un viaggio (o mandarci mia moglie) fino in città alla copisteria e far fotocopiare le tavole, a volte ridurle… perché volevo essere molto preciso: volevo ricopiare i disegni originali di Barks, ricalcarli a matita e poi naturalmente durante l'inchiostrazione aggiungerci alcuni piccoli dettagli di mia invenzione --- altrimenti perché avrei dovuto disegnarli? Sarebbe bastato ricalcarli e poi incollarli sul foglio! Ma io volevo che ogni cosa fosse nella stessa posizione, avesse le stesse proporzioni… per mio piacere personale, perché lo facevo in suo onore. E poi dovevo trovare la maniera di sistemare il tutto, per far risaltare a sufficienza ogni elemento.
A volte ho dovuto lasciarne fuori qualcuno…
Li considero i dodici disegni più complicati che abbia fatto in tutta la mia vita, e ne sono davvero molto orgoglioso!
FS: Bene… quindi in fondo, considerando anche i tempi delle fanzine, prima del professionismo, questa è essenzialmente la stessa cosa: hai letto le storie di Barks molte volte e questa è una scusa per riguardarle e riesaminarle più a fondo.
E’ proprio così! Inoltre ciò mi diede la possibilità di fare esattamente quel che volevo all’inizio. La ragione per cui mi sono dedicato a questo lavoro è semplicemente quella di rendere onore alle storie di Carl Barks con cui sono cresciuto, e forse mostrarle alle persone che non le conoscono o almeno attirare nuovamente l’attenzione su di esse.
Don ha anche scritto delle ampie note di accompagnamento ai poster, ma non tutti gli editori Disney che pubblicarono i poster le stamparono. Nel febbraio 2008, nella mailing list della Disney Comics, un lettore (Tom Wormstedt) chiese se Don potesse postarne il testo originale inglese. Questa fu la risposta.
Sarò FELICE di farlo. Fui piuttosto dispiaciuto che così pochi editori avessero dato queste informazioni ai lettori insieme ai poster ogni mese. Scrissi un’introduzione per la serie, una descrizione del processo creativo dietro ad ogni poster, un elenco delle storie di Barks a cui si riferiva ogni gruppo di scene, e infine il TITOLO di ogni poster. L’introduzione generale e quelle individuali non erano essenziali alla presentazione, come neanche i miei commenti sull’elenco delle storie di Barks – tutto questo poteva essere omesso. Ma se le storie di Barks usate in ogni poster non sono brevemente elencate, e non vi è neppure un titolo che possa identificare l’argomento del poster, COME può il lettore medio capire cosa caspita stavo facendo? A meno che il lettore non sia uno studioso di Barks di prima qualità, non potrebbe mai rendersi conto che tutte le immagini provengono da vignette di famose storie di Barks – molte scene sembrerebbero semplicemente prive di senso. Neppure io sarei in grado di riconoscere tutte le scene che ho scelto per i dodici poster! Ma poi, non fornire ai lettori neppure il TITOLO del poster per identificare l’argomento! I lettori non avrebbero assolutamente idea di ciò che il poster rappresenta! Be’…
Questo è stato il progetto più impegnativo, in termini di tempo, che abbia mai intrapreso. La ricerca su ogni singola storia paperoniana che Barks abbia mai creato, il tempo impiegato a scegliere le storie migliori e la vignetta che meglio potesse rappresentare quella particolare storia, la disposizione dei disegni in una specie di puzzle-mosaico, i MOLTI viaggi in città per recarmi alle copisterie con mazzi di vecchi fumetti per fotocopiare centinaia di vignette barksiane, ognuna in diversi ingrandimenti per venire incontro alle mie necessità, il laborioso ricopiare ogni vignetta sul tavolo luminoso adattando le dimensioni di ogni immagine per farla rientrare nello spazio a lei riservato e reinterpretandola secondo il mio stile personale basato sull’originale barksiano, usando Photoshop per la prima volta sulle mie opere per migliorare ogni tratto di ogni disegno per rendere quanto più possibile perfette quelle immagini (per me) così speciali, scrivendo dettagliate istruzioni ai coloristi per ogni aspetto dei poster……….. mentre per una normale copertina o pin-up di PICSOU posso impiegare uno o due giorni, ognuno di questi poster ha richiesto più di un’intera settimana! E tanto di questo lavoro è stato trasformato in un completo mistero per i lettori. Non mi caccerò più in un simile pasticcio, per nessun lavoro. Ecco qui i i testi – mi scuso con tutti i lettori europei che non hanno mai saputo che io avevo provato a fornir loro queste delucidazioni sulla serie di poster.
INTRODUZIONE ALLA SERIE DI POSTER:
Mi fu chiesto di creare una serie di pin-up/poster per commemorare il sessantesimo anniversario di Paperon de’ Paperoni, a partire dalla data in cui Carl Barks creò il personaggio, per quella che era stata prevista come unica apparizione in una storia di Paperino alla fine del 1947. Avrei dovuto scegliere dodici differenti aspetti del “mito” paperoniano e dedicare ad ognuno un’illustrazione di grandi dimensioni.
Ma come si possono realmente creare illustrazioni singole che descrivano sessanta anni di storie di Paperone, anche dedicandone ognuna a un particolare aspetto? Centinaia di sceneggiatori e disegnatori hanno creato migliaia di storie di Zio Paperone in sessant’anni ed io, essendo un americano, neppure conosco la grande maggioranza delle avventure di Paperone prodotte in tutto il mondo.
Quindi, il mio “vile stratagemma” è di fare semplicemente ciò che ho passato la maggior parte del tempo a fare in ogni caso – illustrare dodici differenti aspetti della leggenda di Paperon de’ Paperoni come è mostrata nelle storie del suo creatore, Carl Barks. Nonostante l’insieme delle opere da considerare sia ancora enorme, è perlomeno possibile esaminare un campione abbastanza ampio delle più famose e amate storie di Barks riguardanti un certo particolare aspetto della vita fumettistica della sua più grande creazione. Questi poster mostreranno le radici del mito paperoniano, sulle quali sono basati questi ultimi sessanta anni di storie prodotte da così tanti altri artisti… tra cui io.
Ecco l’elenco dei temi paperoniani che appariranno nel corso dei prossimi dodici mesi per concludersi nel dicembre 2007, quando Paperone celebrerà ufficialmente il sessantesimo anniversario della sua prima apparizione.
(Nota: eccettuati il numero 1 e il numero 12, questi poster non seguono un ordine particolare, a parte quello in cui li ho completati. L’elenco dovrebbe essere riordinato in modo da rispettare la sequenza secondo la quale i poster verranno presentati, purché il primo e l’ultimo corrispondano rispettivamente a gennaio e dicembre.)
#1/Gennaio: Prime versioni di Zio Paperone
#2/Febbraio: La Numero Uno!
#3/Marzo: Strane Creature
#4/Aprile: La giovinezza di Zio Paperone
#5/Maggio: Il deposito
#6/Giugno: I più grandi tesori di Zio Paperone
#7/Luglio: La Banda Bassotti
#8/Agosto: Mostri!
#9/Settembre: Luoghi Perduti
#10/Ottobre: Cuordipietra Famedoro
#11/Novembre: Amelia
#12/Dicembre: SessantUN Natali con Zio Paperone!
PRIME VERSIONI DI PAPERON DE' PAPERONI (Gennaio)
Nel primo di questa serie di poster realizzati per commemorare il 60esimo anno di Paperon De' Paperoni ho scelto di esaminare, di quei 60, i primi tre anni e mezzo, in cui Carl Barks stava ancora sviluppando e riprogettando la storia del suo nuovo personaggio, la sua personalità e (come vediamo qui) i suoi abiti e le basette. Qui abbiamo immagini di tutte le più vecchie apparizioni del papero più ricco del mondo.
IN SENSO ORARIO A PARTIRE DA IN ALTO A SINISTRA:
L'originale riccone anziano, con gli occhiali con stanghetta troppo grandi e la vestaglia, guarda il cucciolo d'orso, che in realtà non ha mai visto nella sua prima apparizione ne "Il Natale sul monte Orso" (DONALD DUCK FOUR COLOR #178 -- Dic. 1947).
Non ha più le ghette ma ha acquisito grossi occhiali a pince-nez (senza stanghette), un soprabito e un cappello da cacciatore, equipaggiato di pistola -- ecco a voi la tenuta da "gentiluomo di campagna" di Paperone ne "Il segreto del vecchio castello" (DONALD DUCK FOUR COLOR #189 -- Giugno 1948).
Elegantemente vestito con abito e bombetta, un Paperon De' Paperoni in un qual modo ancora malvagio si prepara a versare polvere pruriginosa sul suo inetto nipote Paperino in una storia da 10 pagine senza titolo (NdT: in italiano è "L'eredità di Paperino"), in WALT DISNEY'S COMICS & STORIES #104 (Maggio 1949).
La prima apparizione del cappello a cilindro; Paperone è un elegante naufrago che si rilassa su una spiaggia tropicale in "Paperino e l'isola misteriosa" (MARCH OF COMICS #41 -- Giugno 1949).
Occhiali nuovamente con stanghette, ma con un vestito con risvolti di pelliccia, PdP incontra il Gongoro, anche se in realtà non è mai successo nella sua breve apparizione in "Paperino e il feticcio" (DONALD DUCK FOUR COLOR #238 -- Agosto 1949).
Il Paperone meglio vestito di sempre, con indosso un completo con cravatta e un cappotto con risvolti di pelliccia, le basette che vanno diminuendo, valuta il travestimento da Babbo Natale di Paperino in "Paperino e la scavatrice" (CHRISTMAS PARADE #1 -- Novembre 1949).
Per ammirare il raro esemplare tenuto nel suo zoo privato, Paperone è tornato ad indossare la giacca con risvolti di pelliccia, ma ancora non porta cintura e gli occhiali hanno sempre le stanghette, in "Paperino e il sentiero dell'unicorno" (DONALD DUCK FOUR COLOR #263 -- Febbraio 1950).
Ci stiamo avvicinando! Gli occhiali a pince-nez sono tornati e la giacca di Paperone ha ora i risvolti di ottimo fustagno invece che ispida pelliccia, ma il colore è nero, mentre le ghette hanno solo un bottone, in una scena disperata da "Paperino e la clessidra magica" (DONALD DUCK FOUR COLOR #291 -- Settembre 1950).
SCENA CENTRALE: Il "classico" Paperone moderno, così come appare a partire dal Luglio 1951. (Io ho leggermente cambiato il mio aspetto fisico, dal mio debutto avvenuto appena un mese prima, quando in realtà, allo stesso tempo, questo numero datato "Luglio" era già in vendita. Ho anche cambiato vestiti -- quel pannolino originale non andava più bene.)
"D.U.C.K." NASCOSTO: Potete stare certi che la dedica "D.U.C.K." (Dedicated to Unca Carl from Keno - Dedicato allo Zio Carl da Keno) sia presente in tutti questi poster di tributo a Barks! Vi arrendete? Guardate fra gli strappi e le gualciture sul petto della tunica del Gongoro.
PAPERON DE' PAPERONI E LA SUA NUMERO UNO (Febbraio)
Dopo Paperone stesso, quale altro argomento poteva essere il soggetto di queste pagine se non la Numero Uno, la prima moneta da lui guadagnata? Nella scena centrale vi do una "generica" vista di Paperone che spolvera la campana di vetro sotto la quale il famoso decino si trova abitualmente, adagiato sul cuscino di velluto in cima ad un piedistallo di marmo.
IN SENSO ORARIO A PARTIRE DA IN ALTO A SINISTRA:
È una scena che Carl Barks non ha mai mostrato direttamente, ma in questa pagina una scena deve mostrare il giovane lustrascarpe che guadagnò il suo Primo Decino lucidando gli stivali di uno scavatore su una strada di Glasgow.
Amelia, che raccoglie diverse monete dai più ricchi uomini del mondo per usarle come ingredienti per un incantesimo che la renda ricca, si rende conto per la prima volta che la prima moneta guadagnata, e conservata per tutta la vita, dall'uomo più ricco del mondo deve essere il più potente talismano di tal fatta sulla terra -- iniziò così la sua carriera di tentativi di impadronirsene! ("Zio Paperone e la fattucchiera" -- UNCLE $CROOGE #36)
Immediatamente sopra quella scena c'è una vista ravvicinata del piccolo Decino, anche se basata solo sulla mia personale congettura che si dovesse trattare del pezzo da 10 cent più comunemente in circolazione ai tempi dell'infanzia di Paperone, ossia un decino raffigurante la Libertà seduta.
Rimpicciolito da una stramba invenzione, Paperone cerca di recuperare il suo Decino perduto all'interno di un formicaio, quando incontra un autoctono a cui piacciono i magnati. ("Il riduttore atomico" -- UNCLE $CROOGE #33)
La Numero Uno fa la sua prima, seppur breve, apparizione quando salva i paperi dalla prigionia imposta dai Bassotti -- è così consunta e sottile, per i continui maneggiamenti, che è sufficientemente affilata da tagliare le corde! (storia senza titolo da $CROOGE FOUR COLOR #495 -- l'effettivo U$ #3 -- NdT: in italiano è "Grazie all'ultima monetina" o "Paperone e la Banda Bassotti ")
Un'altra scena dalla prima storia di Amelia, ma è di rilievo il fatto che il suo primo tentativo fu probabilmente quello che arrivò più vicino all'obiettivo di fondere il Decino nelle fiamme del Vesuvio. ("Zio Paperone e la fattucchiera" -- UNCLE $CROOGE #36)
Nella prima apparizione di Cuordipietra Famedoro, Paperone usava uno spago legato attorno alla Numero Uno per vincere una gara in cui fu proclamato l'Uomo più Ricco del mondo. ("Paperino e il torneo monetario" -- UNCLE $CROOGE #15)
In un'altra storia con Amelia, Paperone e la sua moneta venivano minacciati da strane creature senza faccia. ("Amelia maga del cangiante" -- UNCLE $CROOGE #48)
Un'altra minaccia da una strana creatura, stavolta nientemeno che un Marziano, mentre Paperone recupera il Decino dalla cassaforte del commissario di bordo di una nave affondata. ("Paperino reporter degli abissi" -- UNCLE $CROOGE #46)
"D.U.C.K." NASCOSTO: la dedica è nascosta fra i ciottoli sotto al Decino nella scena del formicaio.
PAPERON DE' PAPERONI E STRANE CREATURE (Marzo)
Nelle storie di Barks, Paperone ha incontrato diversi esseri intelligenti di natura terrestre oppure aliena. Il "popolo insolito" di Bark più famoso è rappresentato, ovviamente, dagli abitanti di Testaquadra che possedevano le uova quadre, ma Paperone non ha mai fatto loro visita nelle avventure di Barks, altrimenti lo avrei scelto come soggetto della scena centrale. Sono stato molto felice di assegnare tale posto ad uno dei miei preferiti, gli Indiani Pikoletos! Qui vediamo Paperone che perora la propria causa di fronte ad uno scettico capo Pikoletos e ad un altrettanto scettico scoiattolino osservatore. ("Paperino nella terra degli indiani pigmei" -- UNCLE $CROOGE #18)
IN SENSO ORARIO A PARTIRE DA IN ALTO A SINISTRA:
Su un asteroide troviamo due razze aliene viste in "Zio Paperone e l'isola nel cielo" (UNCLE $CROOGE #29)
Ecco le Arpie greche che rapirono Paperone portandolo in Colchide, impegnate in una impennata aerea ("Zio Paperone e il vello d'oro" -- UNCLE $CROOGE #12)
Il re venusiano che dette a Paperone un intero pianeta d'oro in cambio di una scatola di terra, e fece l'affare migliore. ("Zio Paperone e la luna a ventiquattro carati" -- UNCLE $CROOGE #24)
Alieni in miniatura tentano di attirare l'attenzione di Paperone allo scopo di fare un grosso affare di compravendita di grano. ("Zio Paperone e il bilione in fumo" -- UNCLE $CROOGE #65)
La Regina delle Sirene invia un gorilla (un gorilla marino?) a prendere Paperone, invasore del suo reame. ("Zio Paperone nella reggia delle sirene" -- UNCLE $CROOGE
#68)
Dopo i Pikoletos, i miei preferiti sono i Terrini e i Fermini! ("Zio Paperone e i terremotari" -- UNCLE $CROOGE #13)
Per equilibrare la Regina delle Sirene nell'angolo a destra, nell'angolo a sinistra vi offro un altro reale sottomarino, il Re di Atlantide, anche lui intento ad arrestare l'invasore De' Paperoni. (storia senza titolo -- UNCLE $CROOGE #5 -- NdT: in italiano è "Juke box ad Atlantide" o anche "Zio Paperone pesca lo skirillione")
Il capo dei Marziani raccoglitori sottomarini di metallo che ho già mostrato nel poster sulla Numero Uno. ("Paperino reporter degli abissi" -- UNCLE $CROOGE #46)
Da sotto l'asteroide, vediamo fare capolino un altro fuggiasco del poster della Numero Uno, un membro della tribù dei senza faccia visti in "Amelia maga del cangiante" (UNCLE $CROOGE #48)
"D.U.C.K." NASCOSTO: Guardate le frange sui pantaloni di daino del capo Pikoletos.
LA GIOVINEZZA DI PAPERONE (Aprile)
Penso di essere abbastanza conosciuto grazie alle storie della mia "$aga di Paperon de' Paperoni", e lì ci sarebbero molte scene adatte a questa pagina. Ma questi poster devono essere tributi alle storie di Carl Barks, non alle mie! E questa cosa ha reso arduo il mio lavoro, perché Barks ci ha concesso pochissime immagini di flashback della giovinezza di Paperone. Ma credo di avercele messe tutte. Nonostante tutto, per la scena centrale penso mi si potrà perdonare il fatto di aver usato la mia personale versione di Paperone giovane lustrascarpe. Barks ce lo ha mostrato a quell'età una volta sola, e lo disegnò che portava già occhiali e basette; ma dal momento che Barks non ha scritto quella storia, cerco di considerare la cosa una buona scusa per non rispettare quella bizzarra rappresentazione.
IN SENSO ORARIO A PARTIRE DA IN ALTO A SINISTRA:
Paperone scava in cerca di minerali di rame nel Montana, nel 1882, in un flashback nella primissima storia nel primissimo numero di un albo interamente dedicato a Zio Paperone! ("Zio Paperone e la disfida dei dollari" -- UNCLE $CROOGE
FOUR COLOR #386)
Ancora una volta, uso la mia versione del giovane Paperone per mostrarlo mentre raccoglie legna da vendere, un fatto menzionato da Paperone nel rammentarsi dei lavori da lui svolti. ("Zio Paperone e il fiume d'oro" -- UNCLE $CROOGE #22)
Proprio perché ho poche scene dal passato da mostrarvi, ecco un'altra immagine di Paperone nei campi minerari di rame del Montana, 1882. Forse potrei affermare che provenga dai suoi giorni trascorsi precedentemente "nelle guerre del bestiame della vecchia frontiera", citati nella stessa storia. ("Zio Paperone e la disfida dei dollari" -- UNCLE $CROOGE FOUR COLOR #386)
Nella mia "$aga di Paperon de' Paperoni" io ho usato il periodo passato come cercatore d'oro in Arizona, ma gli ho tolto gli occhiali, avendo deciso che avesse iniziato a portarli più tardi. Ma qui lo vediamo con le lenti, così come Barks ce lo ha mostrato in un flashback di quegli anni. ("Zio Paperone e la miniera fantasma di Pizen Bluff" -- UNCLE $CROOGE #26)
Sì, ho tolto gli occhiali di Paperone anche quando ho fatto storie ambientate negli anni che ha trascorso su una barca fluviale del Mississippi, ma qui l'ho disegnato esattamente come nella avventura senza titolo (NdT: in italiano è "Zio Paperone e la gara sul fiume") del 1957 che costituisce l'unica storia di Paperone scritta da Barks e ambientata interamente nella sua giovinezza. (UNCLE $CROOGE GOES TO DISNEYLAND #1)
C'è bisogno che dica di cosa si tratta? Paperone mostra orgoglioso il ritrovamento che lo ha finalmente reso ricco, la Pepita Uovo d'Oca, che cattura l'attenzione di una certa Doretta Doremì. E il resto, come si suol dire, è storia. ("Zio Paperone e la Stella del Polo" -- UNCLE $CROOGE FOUR COLOR #456 -- in effetti U$ #2)
Non potrei giurare che questo flashback di Barks mostrasse veramente un giovane Paperone dentro a quello scafandro, ma sembrava comunque un riferimento ad un passato remoto quando Paperone parlava dei suoi tempi in cui recuperava tesori sommersi nel Mar delle Antille. ("Zio Paperone e la disfida dei dollari" -- UNCLE $CROOGE FOUR COLOR #386 -- effettivo #1)
Una delle mie vignette preferite di tutti i tempi! Per la prima volta il mondo vede Paperone sulle strade di Dawson durante la corsa all'oro nello Yukon! (ancora da "Zio Paperone e la disfida dei dollari" -- UNCLE $CROOGE FOUR COLOR #386 -- effettivo #1)
"D.U.C.K." NASCOSTO: guardate sulla parete del tunnel vicino alla spalla del ragazzo lustrascarpe al centro.
IL DEPOSITO DI PAPERON DE' PAPERONI (Maggio)
La verità è che Carl Barks non si è mai sforzato di scegliere una unica versione del Deposito. Ogni volta, era pronto a cambiarne leggermente l'aspetto, secondo la necessità o il capriccio. Ma sembrò decidersi per un aspetto generale verso il 1956. Qui vi mostro, attorno ad una vista centrale di Paperone che si gode il suo denaro nel suo tipico modo, tutte le più vecchie versioni del Deposito del denaro de' Paperoni, rinomato in tutto il mondo!
DA DESTRA A SINISTRA, IN ORDINE DI LETTURA (NON IN SENSO ORARIO!):
La prima volta in cui si suggerì che Paperone avesse tutto il suo denaro in contanti e lo tenesse in un deposito, in realtà un deposito di grano in una fattoria, fu in questa storia senza titolo (NdT: "Paperino e la pioggia d'oro" in italiano) del 1951. Era una eccellente (e molto divertente) lezione di economia, e una delle mie preferite, ma si tratta di una storia che io personalmente considero come, forse, un sogno avuto una notte da Paperone, dato che è un po' troppo fantasiosa per accettarla... beh, dovreste leggerla per capire cosa voglio dire. (WALT DISNEY'S COMICS & STORIES #126)
La prima apparizione di un gigantesco "Deposito di denaro De' Paperoni" megalitico, posizionato su una collina del centro di Paperopoli fu in questa storia senza titolo del 1952 (NdT: in italiano è "Paperino e la ghiacciata dei dollari"). Il deposito viene descritto come "nuovo", ma in storie successive si diceva che fosse sulla collina da vari decenni. Sì, c'è una battuta nel fatto che si presuppone che assomigli ad una cassaforte (con una enorme rotella per la combinazione) circondata da un fossato di acido e molte altre trappole. (WALT DISNEY'S COMICS & STORIES #135)
Più tardi in quello stesso anno, il 1952, nella primissima storia dedicata a Zio Paperone nel primissimo numero di UNCLE $CROOGE, il deposito si spostò dalla collina ad una strada del centro, così che la trama potesse prevedere i Bassotti che costruivano nel lotto adiacente e che scavavano direttamente dentro al deposito dall'interno del loro edificio! ("Zio Paperone e la disfida dei dollari" -- UNCLE $CROOGE FOUR COLOR #386)
Potreste obiettare che questo non è mai stato pensato per essere un deposito permanente, bensì solo una delle numerose idee "una tantum" per i furti della Banda Bassotti, ma Paperone cambiò tutto il suo contante in banconote e lo stivò dentro a questo deposito rotondo (e facile da far rotolar via!) nel 1953. (storia senza titolo -- in italiano "Grazie all'ultima monetina" o "Paperone e la Banda Bassotti " -- UNCLE $CROOGE FOUR COLOR #495 -- effettivo U$ #3)
Ecco il design più logico per il Deposito, usato solo una volta nel 1955; ci mostra una idea molto efficiente, con gli uffici De' Paperoni attaccati al vero e proprio deposito di denaro da 3 acri cubici. Ma il successivo deposito cubico ha più fascino! ("Zio Paperone e il ratto del ratto" -- UNCLE $CROOGE #9)
Questo non è esattamente l'aspetto che il deposito aveva nella storia del 1956 che io cito come prima apparizione del progetto finale, ma è il modo in cui io vedo il deposito classico. Gli uffici De' Paperoni devono trovarsi in una stretta facciata davanti al deposito vero e proprio, ma sul retro, il che non pare troppo efficiente o comodo per gli impiegati, ma non può non piacere! ("Zio Paperone e i terremotari" -- UNCLE $CROOGE #13)
"D.U.C.K." NASCOSTO: cercate fra le pietre del muro vicino alla mano sinistra di Paperone (alla vostra destra).
PAPERON DE' PAPERONI E LA BANDA BASSOTTI (Giugno)
La terribile, terribile Banda Bassotti! I più grandi, seppur i più inetti, criminali della storia del fumetto! Sembra che fossero gli unici cattivi ricorrenti che piacessero a Carl Barks -- dopo aver creato Amelia la ha usata solo per pochi anni prima di abbandonarla gli ultimi 3 anni della sua carriera, ed ha usato Cuordipietra Famedoro solo tre volte in tutto. Ma la Banda Bassotti attaccava costantemente il Deposito già dalla primissima storia di Zio Paperone nel primissimo numero della rivsta "Uncle $crooge"! Qui avete delle scene da alcuni, di certo non tutti, dei più celebri attacchi da parte della Banda Bassotti.
IN SENSO ORARIO A PARTIRE DA IN ALTO A SINISTRA:
Nelle loro due prime apparizioni, i Bassotti non indossavano le uniformi da prigione apparse in seguito. Sembravano essere una "banda di strada"... una "confraternita di mascalzoni"... forse neppure imparentati fra di loro. Avevano il nome del loro club sulle magliette e portavano semplici cappellini da baseball (se venissero creati oggi invece che nel 1951, immagino che quei cappellini verrebbero indossati girati all'indietro per dimostrare ulteriormente la loro scarsa intelligenza). (storia senza titolo -- NdT: in italiano è "Paperino e la banda dei Segugi" -- WALT DISNEY'S COMICS AND STORIES #135)
I Bassotti cercano (con scarso successo) di imitare la dimostrazione di Paperone su come tuffarsi nel denaro, nella prima storia uscita su "Uncle $crooge". ("Zio Paperone e la disfida dei dollari" -- UNCLE $CROOGE FOUR COLOR #386 -- effettivo #1)
Per far da contraltare alla prima apparizione della Banda Bassotti con cappellini da baseball, ve li offro sulla destra in simil guisa nella loro seconda apparizione, risalente ad un mese dopo, mentre scalpellano via il denaro di Paperone da un blocco di ghiaccio. (storia senza titolo -- NdT: in italiano è "Paperino e la ghiacciata dei dollari" -- WALT DISNEY'S COMICS AND STORIES #136)
I Bassotti si palesano ai nostri eroi che li avevano scambiati per fantasmi dei Conquistadores spagnoli nella storia senza titolo in cui Paperone va alla ricerca delle Sette Città di Cibola . (Ndt: in italiano è "Paperino e il tesoro delle sette città -- " UNCLE $CROOGE #7)
Eccoli che imitano un altro antico fantasma con una sagoma a forma di pirata e la lampada di un faro. ("Paperino e il Pirata Spazzola" -- UNCLE $CROOGE #23)
I Bassotti diventano astronauti dentro ad una sgargiante nave spaziale allo scopo di battere Paperone nella conquista di un pianetino d'oro. ("Zio Paperone e la luna a ventiquattro carati" -- UNCLE $CROOGE #24)
Una volta Paperone seppellì il suo denaro sottoterra, ma i Bassotti ottennero un pozzo che sgorgava denaro con la loro attrezzatura per l'estrazione del petrolio. ("Zio Paperone e il pozzo dei dollari" -- UNCLE $CROOGE #21)
Paperone occulta il suo denaro negli alberi ma i Bassotti inventano una gigantesca macchina taglia-e-trita-alberi. ("Zio Paperone e la macchina scassatutto" -- UNCLE $CROOGE #28)
In una storia senza titolo (in italiano "Paperino e l'isola del cavolo"), i Bassotti si sono impadroniti di una macchina a raggi pietrificanti trasportabile, appartenente ad un professore matto che adora i cavoli (UNCLE $CROOGE #8)
Se solo il Deposito fosse piccolo come in questa storia in cui veniva colpito da un raggio miniaturizzante, sarebbe molto più facile rubarlo, ma poi il denaro al suo interno non varrebbe un gran che! ("Il riduttore atomico" -- UNCLE $CROOGE #33)
Due Bassotti travestiti, il primo da marinaio robot e il secondo da capitano della nave, progettano di dirottare l'intera ricchezza di Paperone, nascosta in lattine nella stiva di una nave da carico, in una storia senza titolo (in italiano "Zio Paperone nell'isola dei Menehunes") ambientata alle Hawaii. (UNCLE $CROOGE #4)
"D.U.C.K." NASCOSTO: cercate nel disegno a griglia sull'estremità posteriore della macchina scassatutto (alla destra della trivella petrolifera).
I PIU' GRANDI TESORI DI PAPERON DE' PAPERONI (Luglio)
Ragazzi! Disegnare questa mi è piaciuto! Le storie di Carl Barks che preferisco sono quelle delle grandi cacce al tesoro! Ero così ispirato che ho creato una simmetria interessante per il design di questa tavola. Almeno credo. Ma potreste accusarmi anche di "imbrogliare" un po' per aver incluso alcuni oggetti che sono più "trofei" che tesori di valore. Altro imbroglio nella scena centrale che unisce due avventure ambientate in ambienti freddi. Paperone indossa la Corona di Gengis Khan ("La corona perduta di Gengis Khan" -- UNCLE $CROOGE #14) mentre assaggia il gusto del Bombastium congelato ("Zio Paperone e il tesoro sottozero" -- UNCLE $CROOGE #17). Oh, okay, ho imbrogliato di nuovo disegnando la pinguina amica di Paperone più piccola rispetto alla sua taglia reale, ma non volevo che fosse lei a dominare la scena.
IN SENSO ORARIO A PARTIRE DA IN ALTO A SINISTRA:
Il "fantasma del Duca Quaquarone" minaccia una delle prime versoni di Paperon De' Paperoni nella sua seconda apparizione sui fumetti e nella sua primissima storia di caccia al tesoro! ("Il segreto del vecchio castello" -- DONALD DUCK FOUR COLOR #189)
L'unico quarto di dollaro al mondo del 1916, una moneta che Paperone ha reso così rara che lui stesso era la sola persona ricca abbastanza da poterla comprare da se stesso! Oops! ("Zio Paperone pesca lo skirillione" -- UNCLE $CROOGE #5)
Paperone circumnaviga il suo planetoide di oro solido ("Zio Paperone e la luna a 24 carati" -- UNCLE $CROOGE #24)
Paperone nuota nel deposito di tesori di solo una delle Sette Città di Cibola mentre l'idolo di Smeraldo che aziona la trappola lo guarda in maniera sinistra. ("Zio Paperone e le sette città di Cibola" -- UNCLE $CROOGE #7)
Ok, quest'urna greca non varrà poi molto se non come trofeo, ma aveva un grande valore per i Terrini ed i Fermini. ("Zio Paperone e i terremotari" -- UNCLE $CROOGE #13)
Una vecchia pietra che trasforma qualsiasi metallo in oro solido... ha più valore di una vecchia urna? Ok! ("Zio Paperone e la favolosa pietra filosofale" -- UNCLE $CROOGE #10)
Solo uno dei tesori dal fondo di una fossa sacrificale allagata nell'America Centrale. ("Zio Paperone e la corona dei Maya" -- UNCLE $CROOGE #44)
La PEPITA UOVO D'ANATRA!!! ("Zio Paperone e la Stella del Polo" -- UNCLE $CROOGE FOUR COLOR #456 -- actual #2)
Mentre scoprono degli scavi molto famosi! ("Zio Paperone e le miniere di re Salomone" -- UNCLE $CROOGE #19)
Il Rubino Striato! ("Paperon De' Paperoni snob di società" -- UNCLE $CROOGE #41)
Immersi alla ricerca delle Perle del Kuku Maru protette da un idolo indù. ("Zio Paperone e i salmoni da trasporto" -- UNCLE $CROOGE #37)
Ancora mentre trasforma metallo in oro, questa volta con il Martello di Vulcano. ("Zio Paperone e il Valhalla cosmico" -- UNCLE $CROOGE #34)
Mentre fugge dal Dragone Dormiente con il Vello d'Oro di Giasone. ("Zio Paperone e il vello d'oro" -- UNCLE $CROOGE #12)
"D.U.C.K." NASCOSTO: guardate nel copricapo dell'Idolo di smeraldo.
MOSTRI! (Agosto)
Man mano che vado avanti con questi poster celebrativi mi diverto sempre di più! Questa volta vi presento i migliori mostri giganti o esseri soprannaturali (e un po' fantasiosi) che Paperon de' Paperoni ha dovuto affrontare nelle storie del suo creatore, Carl Barks. E sapevo quale personaggio doveva essere in posizione centrale -- il Gongoro ("Paperino e il feticcio" -- DONALD DUCK FOUR COLOR #238). Si, lo so che in quella storia Paperone non aveva veramente incontrato il Gongoro faccia a faccia, ma Paperone era la persona alla quale il Gongoro stava tentando di consegnare la trappola rappresentata della bambola voodoo. E in quella storia, una delle prime di Paperone, Barks non lo aveva nemmeno disegnato così come lo sto rappresentando io qui. Quindi, posso essermi preso alcune "licenze artistiche", ma ne è valsa la pena visto che ho potuto rendere il mio amico Gongoro il mostro centrale della pagina!
IN SENSO ORARIO A PARTIRE DA IN ALTO A SINISTRA:
Un essere abbastanza inspiegabile da una tarda storia di Barks, è la Ragazza Selvaggia che viveva con i Dingo in Australia ("Paperino e la regina dei dinghi" -- UNCLE $CROOGE #62)
Adesso ci sono quelli che sono veramente tre mostri fasulli. Primo, il fattorino d'albergo "fantasma" che si è scoperto essere un falso (a Barks non piacevano i concetti soprannaturali nelle sue storie), ma è una simpatica aggiunta visiva ad una tavola di "MOSTRI!". ("Zio Paperone cacciatore di fantasmi" -- UNCLE $CROOGE #56)
Un altro falso "fantasma", in teoria lo spirito del Duca Quaquarone de' Paperoni che protegge il suo scrigno di gioielli nella prima caccia al tesoro di Paperon de' Paperoni. ("Zio Paperone e il segreto del Vecchio Castello" -- DONALD DUCK FOUR COLOR #189)
Un altro falso mostro proveniente dal Castello de' Paperoni, quest'ultimo è un membro traavestito dell'antico clan rivale dei de' Paperoni, gli scozzesi Whiskervilles. ("Il clan di Paperon de' Paperoni" -- UNCLE $CROOGE #29)
Uno dei favoriti della mia infanzia, il Dragone Dormiente che proteggeva il Vello d'Oro di Giasone nella Colchide. ("Zio Paperone e il vello d'oro" -- UNCLE $CROOGE #12)
Nella parte inferiore vi presento tre mostri giganti incontrati da Paperone. Il primo è uno dei leggendari Roc che Paperone ha incontrato in un'avventura che sembra essere stata solo un sogno. ("Zio Paperone e la caverna di Alì Babà" -- UNCLE $CROOGE #37)
Al centro c'è la medusa gigante che attaccò il sottomarino di Paperone mentre trasportava il Rubino Striato. ("Zio Paperone snob di società" -- UNCLE $CROOGE #41)
Uno degli enormi robot comandati dalla Banda Bassotti per saccheggiare il deposito di Paperone! ("Zio Paperone e la meraviglia scientifica" -- UNCLE $CROOGE #58)
Un altro favorito da sempre! Signore e signori, vi presento l'unico, il solo Abominevole Uomo delle Nevi dell'Himalaya! ("Zio Paperone e la corona perduta di Gengis Khan" -- UNCLE $CROOGE #14)
"D.U.C.K." NASCOSTO: guardate nel mento alla Jay Leno del Dragone Dormiente.
I LUOGHI PERDUTI DI PAPERON DE' PAPERONI (Settembre)
Questa tavola è un tributo a tutte le meravigliose terre perdute e luoghi speciali che Carl Barks ha creato per le avventure di Paperon de' Paperoni! Queste tavole si fanno più divertenti man mano che si va avanti, e questa forse era la più divertente di tutte... ma ci è voluto MOLTISSIMO lavoro! Il più grande regno perduto che credo che Paperone abbia mai visitato è sicuramente la magnifica valle di pace ed armonia, latte e miele, Trulla; in posizione centrale rappresento la valle nella persona del leader Trulliano intento a mostrare a Paperone le meraviglie della sua terra felice.
IN SENSO ORARIO A PARTIRE DA IN ALTO A SINISTRA:
In alto presento tre famosi castelli/palazzi delle avventure di Paperone. Primo, anche se non è proprio un "regno perduto" e non è nemmeno tanto bello da guardare, una delle proprietà più importanti di Paperone è il Castello de' Paperoni nella remota brughiera Scozzese. ("Zio Paperone e il segreto del Vecchio Castello" -- DONALD DUCK FOUR COLOR #189)
In alto al centro nientemeno che il castello di Valhalla che Paperone ha incontrato su un asteroide errante. ("Zio Paperone e il Valhalla cosmico" -- UNCLE $CROOGE #34)
La remota città di Colchide, immersa nelle nebbie, dove le Arpie custodiscono il Vello d'Oro di Giasone. ("Zio Paperone e il vello d'oro" -- UNCLE $CROOGE #12)
Eccoci alla città perduta di Tangkor Wat, da qualche parte nella giungla Indocinese. ("Zio Paperone e la città dai tetti d'oro" -- UNCLE $CROOGE #20)
Ecco un'altra magnifica valle perduta: questa nasconde le miniere d'oro degli antichi Inca (sebbene Trulla non avesse questi subdoli trabocchetti che accolsero l'arrivo di Paperone). ("Zio Paperone e l'oro di Pizarro" -- UNCLE $CROOGE #26)
Sotto le rovine del suo palazzo sull'Isola di Creta, alla fine del famoso Labirinto, fu trovata la stanza segreta del trono di re Minosse, piena di tesori. ("Zio Paperone e la favolosa pietra filosofale" -- UNCLE $CROOGE #10)
Non le posso rappresentare tutte in questo piccolo spazio, ma ecco aleno cinque delle Sette Città di Cibola! ("Zio Paperone e le sette città di Cibola" -- UNCLE $CROOGE #7)
Qui potete vedere reggimenti di Terrini e Fermini marciare attraverso... Terry Fermy! ("Zio Paperone e i terremotari" -- UNCLE $CROOGE #13)
La città perduta di Atlantide circondata dalle sue balene guardiane.
("Zio Paperone pesca lo skirillione" -- UNCLE $CROOGE #5)
Con il suo famoso gorgo che sembra portare ad Atlantide, ecco a voi la splendida valle di Trulla (con le sue pareti montagnose drasticamente ridotte per rappresentarle nel piccolo spazio a disposizione). ("Zio Paperone e la dollarallergia" -- UNCLE $CROOGE #6)
"D.U.C.K." NASCOSTO: Nella valle degli Inca, guardate sul più vicino dei due murettidove si trova la lama a molla in attesa degli incauti invasori.
CUORDIPIETRA FAMEDORO (Ottobre)
Per me, Curdipietra è il più grande avversario di Paperone, dato che è, come da tradizione di tutti i grandi romanzi, il "gemello malvagio" del nostro eroe! Ma nonostante Cuordipietra sia diventato, dopo 60 anni, un avversario famoso nelle avventure di Paperone, il suo creatore Carl Barks ha usato Cuordy solo tre volte! La prima volta nel 1956, la volta successiva più di 3 anni dopo, l'ultima dopo ben sette anni. Cuordipietra ha raggiunto la sua fama reale nelle tante storie di Paperone create dalla Egmont in e per l'Europa. ma dato che questa è una serie di tavole dedicate a Barks, questo mi ha lasciato il difficile compito di usare, qui, scene provenienti solamente da queste tre storie! Bene, ok, proviamoci. Comincio, nella scena centrale, con un classico e "generico" confronto tra i due magnati più ricchi del mondo.
IN SENSO ORARIO A PARTIRE DA IN ALTO A SINISTRA:
Lotta! ("Zio Paperone e il torneo monetario" -- UNCLE $CROOGE #15)
Il Deposito di Cuordipietra nella Valle del Limpopo, Sudafrica. (U$ #15)
Ancora lotta! ("Zio Paperone e il campionato di quattrini" -- UNCLE $CROOGE #27)
Curdipietra che lancia razzi al jet di Paperone! ("Zio Paperone - Tutto per la concessione" -- UNCLE $CROOGE #61)
Paperone (o meglio il suo cappello) colpito da un denso intruglio miniaturizzante di uno stregone lanciato da Cuordipietra. (U$ #27)
La fine della grande gara dei gomitoli di spago per diventare l'Uomo più Ricco del Mondo -- è parità? (U$ #15)
Basta lotte... adesso solo imprecazioni! (U$ #15).
La grande gara dei dollari d'argento per diventare il Campione Mondiale di Ricchezza! (U$ #27)
Oh, no! Si sono slegati! Hanno ricominciato!!! (U$ #15)
Il jet di Paperone colpito dai razzi di Cuordy dal lato opposto del mio disegno! Che mira! (U$ #61)
Cuordipietra che lancia l'intruglio miniaturizzante a Paperone con il suo enorme cannone, anch'esso vittima della rottura della fiasca della munizione! (U$ #27)
L'inizio della grande gara dei gomitoli di spago per diventare l'Uomo più Ricco del Mondo (U$ #15) ...ma il magnate più ricco del mondo, come tutti sappiamo, sarà sempre il Paperon de' Paperoni di Carl Barks!!!
"D.U.C.K." NASCOSTO: guardate tra i fili del gomitolo di spago grande di Paperone, vicino al suo piede.
AMELIA (Novembre)
Mentre i Bassotti vogliono la maggior parte del denaro di Paperone (tutto!), questa femme fatale ne vuole la parte più piccola... solo una semplice moneta da dieci centesimi. Ma questo decino è IL decino, la prima moneta guadagnata da Paperone. Secondo Carl Barks, creatore di Amelia (e di Paperone), la sua intenzione è quella di usare questa moneta per forgiare un amuleto magico che le dia il Tocco di Mida... non perché il Decino ha di suo magici influssi di fortuna, ma per l'opposta ragione secondo cui è carico del potere che gli ha trasmesso lo stesso Paperone, maneggiandolo sin dalla sua infanzia. (Un altro aspetto considerato originariamente da Barks per Amelia su cui vorrei insistere è che Amelia non è la strega dotata di poteri magici spesso raffigurata nelle storie europee -- è una persona normale che ha studiato le mistiche arti magiche). Barks ha usato Amelia solo per pochi anni, dal tardo 1961 al 1964, poi sembra che sia tornato indietro ad usare i Bassotti come i soli nemici ricorrenti di Paperone. Ho scelto alcune pose classiche di Amelia da alcune specifiche storie, ma la maggior parte di esse possono essere apparse in qualsiasi storia di Amelia creata negli scorsi 46 anni. E sono organizzate intorno ad una scena centrale "generica" con Amelia che entra in possesso di nuovo della Numero 1 anche se, lo sappiamo, è solo temporaneo!
IN SENSO ORARIO A PARTIRE DA IN ALTO A SINISTRA:
Attenzione! BOMBE FOOF! ("Zio Paperone e il giorno di San Valentino" -- WALT DISNEY'S COMICS & STORIES #258)
Il famoso Laboratorio di magia di Amelia alle pendici del Vesuvio in Italia (ho aggiunto qualche altro vulcano sullo sfondo, per fare effetto). A guardare sono due spie mandate da Paperone per tenere il Laboratorio sotto sorveglianza. ("Amelia maga del cangiante" -- UNCLE $CROOGE #48)
Amelia manda alcune saette contro un Bassotto in una rara alleanza. ("Zio Paperone e l'arcipelago dei piumati" -- UNCLE $CROOGE #45)
Una delle tante volte in cui Amelia è quasi riuscita a fondere la Numero 1 per creare il suo amuleto. (In una precedente illustrazione avevo già usato una scena di fusione tradizionale, utilizzando il magma del Vesuvio.) ("Zio Paperone novello Ulisse" -- UNCLE $CROOGE #40)
Un tipico travestimento magico. ("Zio Paperone e l'inespugnabile deposito" -- UNCLE $CROOGE #43)
Amelia usa una raffinata tecnica di pesca per afferrare il Decino al lato opposto del disegno. ("Paperino e il corvo parlante" -- WALT DISNEY'S COMICS & STORIES #265)
La fattucchiera utilizza un incantesimo per dirigere un meteorite infuocato dalle profondità dello spazio contro il Deposito! (U$ #43)
Ecco Amelia in una posa sexy! Mangiati il fegato, Sophia Loren! (U$ #40)
La fattucchiera utilizza un altro incantesimo, stavolta per richiamare una cometa dal cielo! (U$ #43)
Il corvo di Amelia, Gennarino, gode al vedere l'apparentemente sconfitto Paperone. (U$ #48)
La lenza di Amelia dall'altro lato della pagina sta per afferrare la vecchia Numero 1 da un'esposizione al pubblico (sciocco Paperone!) con quell'estremità appiccicosa! (WDC&S #265)
Come potevo non includere una generica scena di creazione di pozioni? (U$ #48)
"D.U.C.K." NASCOSTO: guardate tra le fiamme sulla testa della cometa.
SessantUNO Natali con Zio Paperone (Dicembre)
Dopo le prime 11 tavole, il mio problema era pensare a un "finale col botto" per questa serie commemorativa del 60simo anniversario della prima apparizione del Paperon de' Paperoni di Carl Barks. La mia prima idea, essendo un grande appassionato di film, era una grande SCENA D'AZIONE! Un argomento che non avevo ancora affrontato era evidenziare tutte le grandi vignette d'azione di Barks. In effetti, continuo a credere che la migliore vignetta mai apparsa su un albo a fumetti è la mezza pagina della rottura della Diga dei Dollari in "Zio Paperone e la disfida dei dollari", nel primissimo numero dell'albo americano UNCLE $CROOGE nel 1952. Avevo pensato di fare la 12esima tavola grande il doppio, in modo da occupare due pagine, e rendermi possibile inserire tutte le scene Panavision di mostri marini che saltavano fuori e Sette Città che crollavano. Ma mi sono presto reso conto che o gli editori stavano già pubblicando le mie tavole su due pagine oppure avevano limiti dovuti al loro formato e non potevano utilizzare un'immagine di taglia doppia. Quindi mi serviva una nuova idea... In uno scambio di e-mail con Sigvald Grøsfjeld, un fan dei Paperi, lui menzionò alcune famose storie di Barks che non avevo ancora incluso nelle prime 11 illustrazioni, e notai che in quella lista c'erano numerose storie natalizie. Questo mi fece pensare... la 12esima tavola sarebbe apparsa a Natale, l'esatto 60simo anniversario della prima apparizione di Paperone! La prima apparizione di Paperone fu in una storia natalizia in un albo natalizio! In effetti, il nome di Barks per questo suo nuovo personaggio (nell'originale americano) era "Scrooge" come il personaggio del "Canto di Natale" di Charles Dickens... se Paperon de' Paperoni fosse apparso per la prima volta in una storia in un altro periodo dell'anno, Barks l'avrebbe probabilmente chiamato "John Rockerduck" o con un nome rappresentativo di un personaggio *facoltoso*. Ma Barks diede al suo personaggio un nome natalizio... l'"Ebenezer Scrooge" di Dickens non era particolarmente ricco, era solo avaro e bisbetico. Quindi la mia soluzione fu di rendere il "finale col botto" evidenziando Paperon de' Paperoni come personaggio natalizio creato per una storia natalizia. E questa è adesso la sua sessantUNesima apparizione a Natale!
Negli angoli in alto a sinistra e a destra ecco Paperone offrire a Paperino il travestimento da orso utilizzato in quella prima storia "Natale su Monte Orso" (DONALD DUCK FOUR COLOR #178).
Ad occupare tutto lo spazio inferiore è la scena di Paperone alla testa della sua parata dei "Dodici giorni di Natale" (anche se ho imbrogliato e disegnato solo circa i due terzi dei partecipanti) dalla storia "Zio Paperone spendaccione per ipnosi" in UNCLE $CROOGE #47.
Sotto la fine della parata, in senso orario partendo da destra, c'è un cavallo malamente travestito da renna, che traina la slitta presa a noleggio che si vede nel lato opposto della pagina -- ci ritorniamo dopo.
La successiva è un'immagine dalla storia "Paperino e il cenone di Natale" (WALT
DISNEY'S COMICS AND STORIES #148) dove Paperino cerca di imbrogliare Zio Paperone scroccandogli un lauto pranzo di Natale travestendosi come un altro uomo d'affari milionario.
Sotto c'è una scena speciale -- è una scena messa insieme dal LITTLE GOLDEN BOOK #D84 pubblicato nel 1960. Barks realizzò i disegni per illustrare la storia per bambini sui nipoti di Paperone travestiti come i Fantasmi del Passato, Presente e Futuro, che renderanno possibile per il loro zio il vivere l'avventura del suo omonimo Dickensiano.
Nell'angolo in basso a destra c'è una scena da "Paperino e la sfida natalizia", la storia di Barks apparsa su CHRISTMAS PARADE #9. Si, è un enorme albero di Natale quello issato in cima alla ruota panoramica vicino al Municipio di Paperopoli; non starò qui a spiegarvelo! Leggete la storia!
Sotto al centro -- doveva esserci uno speciale posto al centro per una scena da "Zio Paperone e il ventino fatale" una delle storie di Barks più apprezzate dai fan di Paperi, da DONALD DUCK FOUR COLOR #367.
In basso a sinistra c'è una delle mie storie natalizie di Barks preferite, da "Paperino e il Natale vulcanico" (CHRISTMAS IN DISNEYLAND #1) quando i Paperi trascorrono un bianco Natale (dovuto alla cenere vulcanica) su un'isola tropicale alla ricerca di perle nere.
Salendo a sinistra abbiamo una scena da un'altra caccia al tesoro natalizia -- una ricerca sottomarina di un bastimento affondato nella storia "Paperino e il Natale sottomarino" (WDC&S #172).
Alla fine, a completare la scena iniziata sull'altro lato con il cavallo mangiato dalle pulci, ecco Paperone obbligare Paperino a vestirsi come uno scalcagnato Babbo Natale per imbrogliare Qui, Quo e Qua in "Paperino e la scavatrice" (CHRISTMAS PARADE #1). Ricorderete che ho rappresentato questa prima apparizione di Paperone anche nella mia prima illustrazione della serie, 11 mesi fa!
(Ci sono solo due storie natalizie di Zio Paperone che non ho incluso -- "Paperino e i doni inattesi" (CHRISTMAS PARADE #2) e "Paperino campione di cha cha cha" (CHRISTMAS PARADE / DELL GIANT #26). Ma non c'erano scene utilizzabili con Zio Paperone in nessuna delle due.)
"D.U.C.K." NASCOSTO: guardate i pennacchi dei tamburini in alto a sinistra.
E questo chiude le mie dodici celebrazioni del 60simo anniversario della creazione da parte di Carl Barks del grande Paperon de' Paperoni, il mio personaggio di narrativa preferito!
Final chunk of the February 2009 Giorgio Pezzin interview, in Italian.
Concludiamo l'intervista a Giorgio Pezzin del febbraio 2009.
Le puntate precedenti, con traccia audio, sono qui: 1, 2, 3, 4. È disponibile anche l'intervista completa in un unico file pdf.
Come sempre potete scaricare l'audio di questa puntata in formato mp3, magari per ascoltarlo sul vostro lettore portatile; oppure, se avete il plugin di flash, potete ascoltarlo direttamente dal vostro browser utilizzando il player qui sotto.
FS: Con Cavazzano avevi questo contatto personale, abitavate così vicino eccetera. Con De Vita?
GP: Con De Vita no, proprio no, ci siamo telefonati tre o quattro volte, per dire. Verso la fine, così, ci trovavamo ai meeting della Disney, ma non avevo nessun contatto con lui.
Niente di paragonabile a questo costruire le storie in treno, spararsi cazzate l’un l’altro?
No, assolutamente. Abbiamo qualche volta parlato durante i meeting a pranzo, “Sarebbe bello fare così”, ecco. Per esempio l’idea di Top de Tops gliel’avevo un pochettino illustrata così durante un pranzo, però ne avevo già parlato prima con Sisto.
I TL 1833-AP, Topolino e i Signori della galassia: contatto con la Terra, 1991.
Quando tu hai un’idea così, che trascende dalla singola storia, mettiamo i Signori della galassia, Top de Tops, C’era una volta in America eccetera, tu dici: “Beh, questa la vorrei fare con De Vita”?
No. Eppure a un certo momento avevo fatto quasi una simbiosi, con De Vita. Prima abbiamo fatto un po’ di storie sciolte. Poi lui ha cominciato a chiedere le mie storie, e poteva perché De Vita ha sempre avuto un grande potere nella Disney. Allora io, vedendo lui che le disegnava, dopo le facevo pensando a quel disegno. È molto importante avere il disegnatore di riferimento, no?
Certo! Parlando con tuoi colleghi sceneggiatori io ho sempre sentito: “Mah, guarda, io non potevo mai sapere a chi sarebbero andate perché era una decisione del tutto arbitraria della redazione”.
Diciamo che in un certo senso, forse anche per la mia qualità, loro davano le mie storie a De Vita o a Cavazzano, oppure se le prendeva De Vita, perché anche lui ovviamente aveva interesse a lavorare su una storia che gli piaceva. Quindi in un certo senso è stato De Vita che ha scelto me e non vice versa. E quindi è poi diventato automatico: storia di Pezzin, la fa De Vita; perché sono storie particolari, oppure perché facevano parte di una serie. Però io la storia dell’America per esempio non l’ho pensata per De Vita; ma per me era logico che la facesse De Vita. A un certo punto non ho più lavorato con Cavazzano per motivi che esulavano dalla Disney e quindi automaticamente però io mi son cercato (un po’ l’ho cercato e un po’ l’ho trovato) un altro disegnatore di riferimento, che era più o meno bravo come Cavazzano. E infatti devo dire che certe cose che ha fatto De Vita sono state veramente belle.
Altro che!
I TL 1638-A, Topolino e l’Atlantide continente perduto, 1987.
Per esempio quella storia in cui trovano una moneta antica con l’effigie di Pippo sotto i ghiacci dell’Antartide, quindi molto antica: “L’Atlantide continente perduto”. Secondo me, o secondo queste cose che leggo io, diecimila anni fa un asteroide è caduto sulla Terra e ha fatto sprofondare Atlantide; questo Pippo era uno che aveva previsto questa cosa e ha costruito tante navi che hanno salvato la civiltà. Le navi si sono disperse per il mondo e hanno fondato poi la civiltà egiziana, i Maya, eccetera. Nell’urto si è spostata la Terra per cui anche le costellazioni sono cambiate e quindi non c’è stato più nessun ricordo del passato. E Topolino ha vissuto in diretta questa avventura con la macchina del tempo. Loro trovano questo re, che ha la faccia di Pippo, e poi c’è tutta un’avventura che si svolge perché lui ha degli avversari; ovviamente loro lo riescono poi a salvare e finisce con questo cataclisma che De Vita ha disegnato in modo meraviglioso. C’è questa scena in cui loro salgono su questa piramide e in cima c’è questo osservatorio antico, praticamente un telescopio. Però lui ha fatto due draghi che tengono su il tubo della lente! È come un moderno telescopio, però fatto in modo barocco. E io sono rimasto allibito! “Caspita, guarda che figata ’sta roba, meglio di come io l’avevo immaginata!” Perché io non gli avevo detto “Mettici due draghi”, ce li ha messi lui! Lui ha sempre migliorato le storie.
Poi per esempio c’è un’altra scena, non so se ti ricordi anche quella lì, sempre della macchina del tempo, “Topolino e l’intruso spazio-temporale”, in cui Gambadilegno va nel passato e diventa il consigliere di Attila! C’è una scena in cui c’è l’assedio del castello che è una roba fantastica! Presa da Principe Valiant. Me la ricordo perché io ce l’ho, il Principe Valiant. De Vita ci si è messo d’impegno, su ’ste cose qua, e secondo me il risultato è eccezionale. Per questo io poi mi incazzo quando si dice è merito dell’uno o dell’altro. Guarda che queste cose sono un’opera di tutti e due! La storia è bella, poi è bello il tuo disegno che è stato anche, secondo me, ispirato proprio dalla bellezza della storia, nel senso che la capacità secondo me di uno sceneggiatore è anche quella di stimolare il disegnatore in modo da fargli venir fuori il meglio che ha, no? Allora è come un duetto, che se uno è bravo allora l’altro deve essere bravo anche lui, un circolo virtuoso. Questo secondo me è il discorso. Dopo, ti dico, anche il pubblico è relativo; io, quando scrivo una storia, non è che penso al pubblico: penso a divertirmi io!
Le storie migliori vengono fuori così!
Eh, sì! eh, per quello dico che è un bel mestiere.
Avevo anche altre domande per te ma fammi invece concludere con questa da parte del mio amico Marco Barlotti, che tu ricordi:
Vorrei che Pezzin raccontasse qualcosa di come ha gestito il personaggio di Paperinik. Mi sembra che Pezzin sia stato uno degli sceneggiatori (se non lo sceneggiatore) che hanno trasformato Paperinik da anarchico vendicatore mascherato, tipicamente alla Martina, in “bravo supereroe” al servizio della popolazione di Paperopoli, con ronde notturne allo scopo di catturare i malviventi e quant’altro. Bisognerebbe scoprire, 1, se c’è stata un’indicazione redazionale per questa trasformazione; 2, se è stata un’idea di Pezzin o di qualcun altro; 3, se Pezzin si ricorda di un’evoluzione del suo Paperinik; e insomma qualunque aneddoto in proposito sarà utile.
Allora, come è successo sempre per me, non c’era nulla dietro di preparato. Semplicemente, mi venivano meglio le storie così. A me Martina non è mai piaciuto come autore, perché secondo me faceva dei personaggi antipatici. Come ti dicevo prima, a me piace il lieto fine: io voglio essere contento quando leggo una storia a fumetti, non posso incazzarmi perché il personaggio è antipatico o irritante, no? Se tu ti ricordi bene, in molte storie di Martina, Paperone è veramente villano coi suoi nipoti, Paperino è troppo meschino…
I TL 1985-A, Paperinik e la crisi eroico finanziaria, 1993.
Si fregavano l’un l’altro, sì…
Non mi sembravano personaggi appropriati. Non era il discorso dei bambini, perché non avevo ancora sviluppato diciamo così questa teoria, però non mi piacevano perché erano antipatici! Invece i miei eroi e le mie storie devono essere piacevoli, gradevoli, divertenti. Quelle per me non lo erano. Allora io automaticamente ho fatto il Paperinik che piaceva a me.
L’idea del vendicatore… Mmmhh… Se per esempio Paperinik avesse colpito, non so, il politico, si sarebbe messo al suo livello. Io avrei preferito magari esplorare la psicologia del politico e inventare qualcosa per cui lui era diventato così, perché lui magari aveva una mamma che… Cioè, l’avrei messa in ridere in questo modo. E quindi Paperinik non poteva vendicarsi di uno che in realtà era una vittima. Preferisco dire: “No, Paperinik è il classico supereroe”, forse perché io avevo letto moltissimo su Nembo Kid, come era chiamato, e quindi avevo quel modello in testa. E quindi automaticamente, ma senza pensarci troppo, l’ho fatto così. Nessuno mi ha detto di farlo, non c’è stato nessun input della redazione, l’abbiam fatto così con De Vita, funzionava bene, era divertente. Forse alcune delle mie storie più belle sono state proprio di Paperinik: mi ricordo “Paperinik e la crisi eroico finanziaria”, in cui Paperinik ha bisogno di soldi e si deve far pagare in anticipo, non so se ricordi la storia; per me è stata una delle più belle.
De Vita era un paperinikkiano anche con Martina, è quello che veramente lo ha disegnato meglio.
Sì, sì, e secondo me dopo però, con me, lui si è divertito di più. Mi ha scoperto con Paperinik, secondo me, anzi ci siamo scoperti a vicenda.
Passare un intero pomeriggio con Giorgio dà modo di apprezzare in pieno il suo dirompente dinamismo, un’energia creativa che sprizza fuori in tutte le direzioni e che egli stesso sembra stentare a contenere. Cerco sempre di portare il discorso su ricordi importanti, momenti belli, emozioni ed idee e Giorgio, raccontando, si infervora: inizia una frase e la lascia a metà per aprirne un’altra, e un’altra ancora, seguendo i suoi pensieri che guizzano velocissimi, come i suoi intensi occhi azzurri, superando le parole che sono troppo lente per tener dietro. Me ne rendo conto appieno quando, a casa, trascrivo l’audio dell’intervista: un parlare sincopato, entusiasta, frenetico come un’avventura di Paperoga: Giorgio inizia la frase e poi, accennato quel che basta, interrompe e intercala continuamente con un complice “no? ” oppure “hai capito? ”, quasi voglia inconsciamente assicurarsi che io gli stia ancora mentalmente dietro e in perfetta sintonia con lui, pronto a riempire mentalmente i puntini di sospensione di ciò che egli ormai non perde nemmeno tempo a dire per poter passare come un allegro mitragliatore alle parole della frase successiva. Perché Giorgio è così, pieno di entusiasmo e dotato di un’innata capacità di far risuonare il suo pubblico con ciò che racconta. Non è il narratore didascalico che aulicamente declama con lo sguardo perso nel vuoto: è invece l’inarrestabile, dirompente cabarettista che guarda gli spettatori negli occhi e li trascina mentre racconta gesticolando, come fanno quelli bravi quando raccontano le barzellette. I pezzi dell’intervista a cui sono più affezionato, infatti, sono quelli in cui, tutto “gasato” (per usare la sua terminologia), mi racconta di come tirava fuori una battuta dietro l’altra in un inarrestabile crescendo, di come nascevano le storie più divertenti e i nomi più strampalati, di come lui e Cavazzano sparavano cazzate in treno sotto gli sguardi sospettosi degli sconosciuti compagni di scompartimento che però, alla fine del viaggio, erano anche loro tutti a ridere.
La dirompente creatività di Giorgio, che unisce la curiosità insaziabile del ragazzino sveglio all’abile manualità dell’artigiano, si esprime anche in un eclettismo di sapore leonardesco. Per diciotto anni, insieme alla moglie, gestisce un negozio di modellismo (del quale, prima dell’apertura, i due costruiscono da zero tutto l’arredamento). La successiva avventura li vede realizzare dei bassorilievi, poi esposti e venduti in apposita galleria d’arte. Giorgio apre anche un sito web, http://www.fumettiestorie.com, sul quale realizza, con l’aiuto tecnico del figlio che è un informatico professionista, un innovativo portale “pay per view”, nel tentativo di offrire storie a fumetti “dal produttore al consumatore” saltando l’intermediario dell’editore tradizionale. A prescindere dalle considerazioni che ciascuno indipendentemente farà sulla fruibilità del fumetto su supporto non cartaceo e sulle potenzialità tecnico/commerciali dell’iniziativa, mi ha molto colpito l’immaginazione e l’apertura mentale con cui il quasi sessantenne sceneggiatore si dedica all’esplorazione e alla reinvenzione delle nuove possibili forme verso le quali il fumetto potrebbe evolvere nel corso del suo secondo secolo di vita. L’idea di animare individualmente le vignette in Flash può piacere o non piacere ai lettori del fumetto tradizionale ma è comunque indice di una ammirevole volontà di continuare a rimettersi in discussione ed esplorare modi nuovi di raccontare storie. Pur essendo docente universitario di informatica ho imparato quel pomeriggio da Pezzin un sacco di cose che fino ad allora ignoravo sui moderni programmi di rendering tridimensionale: da bravo ex-modellista mi ha mostrato gli incredibili risultati che gli appassionati riescono al giorno d’oggi a raggiungere, bit dopo bit, convincendomi che il futuro del fumetto non potrà permettersi di continuare ad ignorare del tutto questi strumenti—così come, alcuni decenni fa, i musicisti più inclini a sperimentare adottarono gli strumenti elettronici che i loro colleghi guardavano con malcelato scetticismo.
Grazie, Giorgio, per le storie divertentissime che tutti i tuoi lettori ben ricordano e per l’entusiasmo, la creatività e la fantasia che continui a mettere in tutto ciò che fai!